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Caro Babbo Natale, te la sei cercata.

Caro Babbo Natale,

come va? Come stanno le renne? E gli elfi? Li fai sgobbare anche quest’anno, eh? Vecchio furbacchione.

Devo proprio dirtelo: di te mi è sempre piaciuta la nonchalance con cui ti prendi tutti i meriti, quando di fatto sei poco più di un corriere di Bartolini. In fondo pure il look è lo stesso, solo che loro solitamente sono più giovani. E lo so bene perché da quando ho scoperto come fare shopping online, li ho conosciuti tutti.

Sai quella fantastica storia dell’aprire la porta in pigiama di pile e ciabatte a forma di unicorno? Ecco. E se non era il pigiama di pile, erano le mutande con il panda… che forse è anche peggio.

Comunque bando alle ciance, ciancio alle bande.

Sono qua per parlarti di una cosa importante. Qualche anno fa, quando ti scrivevo la mia letterina, appuntavo sopra tanti desideri materiali: chiedevo una Barbie o magari due, chiedevo un paio di scarpette luccicanti, chiedevo il gioco visto in tivù e -perché no?- anche il microscopio giocattolo che adoravo.

Poi mi è preso un certo periodo in cui Gandhi si era probabilmente impossessato di me, e allora alla fine della solita letterina materiale, aggiungevo un “e porta la pace nel mondo a tutti i bambini“.

Carina io, eh? Pensa a come sono diventata.

Poi sono cresciuta e la letterina non l’ho più scritta. Ho iniziato a lasciare indizi in giro: il catalogo aperto, il catalogo chiuso ma in bella vista, il catalogo socchiuso ma con il segnalibro, il catalogo sbattuto ripetutamente in testa alle persone, eccetera eccetera. Sono sempre stata piuttosto pacata nei miei modi di fare, come vedi.

Facendo un rapido passo avanti arriviamo a due anni fa.

Ecco, caro Babbo, due anni fa ti chiedevo un favore: di portarti via 5 chili perché mi avanzavano sul fondoschiena. Alla fine io penso pure di essere stata generosa, ma tu hai voluto strafare e me ne hai portati altri 10 durante le vacanze. Che poi mi dirai, tra cene, cenoni, cenette ci stavano anche, eh. È che poi era il fantomatico culo a non starci più. Nei jeans, dico.

Comunque ho capito che il tessuto adiposo non si vende bene al Polo Nord, quindi l’anno scorso sono stata ancora più fantasiosa e non ti ho offerto dei pezzi di me: ti ho offerto tanti rompiscatole. Sì, perché se ben ricordi ti avevo gentilmente chiesto di portartene via almeno un po’.  Ma niente, nemmeno uno è emigrato al freddo e al gelo, sono ancora tutti qua e anzi, secondo me si moltiplicano.

Ad ogni modo, questa è stata l’ennesima conferma che a te ‘sta richieste auliche non vanno giù. Perciò quest’anno ho deciso di tornare al metodo usato nei primi anni di letterina e di dirti di fare pure di testa tua, per carità, che se proprio non vuoi portarti via i miei chili di troppo o i rompicoglioni, va bene. Allora sai cosa ti dico? Affari tuoi: comprami una Michael Kors.

Saluti,

Deborah

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