Collezionismo e oggetti rari dell’800: al Museo di Frederick Stibbert fino al 16 ottobre

Appassionati di collezionismo, unitevi! Dal 6 maggio al 16 ottobre 2016 al Museo Stibbert per la collezione di Frederick Stibbert.
Il museo infatti, conosciuto per le sue esposizioni incentrate sulla valorizzazione degli oggetti del collezionista, ospita una mostra che permette di vedere, in un unico e interessante contesto, gran parte degli oggetti più rari e curiosi che il collezionista ed imprenditore inglese ha saputo raccogliere durante la seconda metà dell’Ottocento.
L’esposizione ‘Una Wunderkammer ottocentesca. Itinerario tra le rarità collezionistiche di Frederick Stibbert’ sarà un’occasione per vedere sia l’evoluzione del gusto europeo che la storia delle civiltà orientali e mediorientali attraverso gli oggetti, e non mancherà di includere tutta una tipologia di inedite opere d’arte e d’artigianato collezionate da Stibbert ricalcando la moda per le raccolte enciclopediche seicentesche allestite soprattutto in Germania, paese da lui frequentato assiduamente per studiare le armi e le armature antiche allora conservate nelle collezioni dinastiche tedesche.
Ma chi era Frederick Stibbert?
Vissuto in un’epoca durante la quale le nuove scoperte scientifiche avevano favorito i viaggi verso continenti fino ad allora poco conosciuti, Stibbert volle documentare nel suo Museo gli usi e costumi delle popolazioni non solo europee e mediorientali, ma anche dell’Africa e dell’India spingendosi verso le regioni più remote al confine con la Russia e della Cina, per giungere, infine, a radunare nella sua villa di Montughi la più grande collezione di armature giapponesi finora esistente al di fuori del Giappone.
La mostra si configurerà così come un curioso viaggio nella storia di mondi lontani rivissuto attraverso gli occhi di un intelligente collezionista che seppe dare forma alle appassionate descrizioni di ambienti e oggetti presenti nei romanzi di Jules Verne, senza peraltro, al pari dello scrittore, aver mai visitato quei luoghi se non attraverso le pubblicazioni del tempo.
Il tutto è stato reso possibile grazie al contributo di Ente Cassa di Risparmio di Firenze.
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La redazione