La magia di Natale dell’abete gigante di Momò finito su una torta caprese

Giacomo era un bel bambino conosciuto con il nome di Momò. Perché quando era molto piccolo e doveva dire il suo nome, si capiva solo il finale: “Mo”, poi cominciava a balbettare e così alla fine veniva fuori una cosa tipo “Mo Mo”.
Da allora, per tutti, divenne: Momò.
Momò viveva con i genitori in un piccola casetta vicino al bosco. E aveva un’insana passione per il Natale. Appena intravedeva una decorazione che gli faceva capire l’arrivo delle feste, impazziva dalla gioia e cominciava a chiedere a tutti: “Oggi è Natale?“, “Ma domani è Natale?“, “E dopo dopo domani è Natale?“.
Ma tanto lo amava, quanto lo temeva. Perché Momò aveva un problema con il Natale: i regali. E non solo i suoi, anche quelli dei suoi genitori. Si perché tutti gli anni quello che loro chiedevano a Babbo Natale puntualmente non arrivava.
La mamma chiedeva un profumo e le arrivava un leva torsoli. Papà desiderava un maglione e nel suo regalo trovava un arriccia baffi. E Momò? Il povero Momò erano anni che, nonostante una letterina molto accurata stilata con diversi mesi di anticipo ( e con vari aggiornamenti settimanali…), si ritrovava con regali completamente errati. L’anno scorso aveva chiaramente scritto, a lettere cubitali, che voleva più di ogni altra cosa al mondo un trenino elettrico rosso fuoco. E quando toccò a lui scartare il suo pacco, dentro ci trovò una bambola con i ricci biondi. Una bambola!
Quando chiedeva il perché ai genitori, loro balbettavano delle scuse, ma si capiva che non avevano le idee chiare a riguardo.
Ma Momò si, aveva una valida spiegazione alla cosa. Anzi un colpevole. Il piccolo e poco illuminato albero di Natale che i genitori allestivano ogni anno in salotto, e che Babbo Natale non poteva assolutamente vedere. Così solo all’ultimo del suo giro di regali notava la casa di Momò e lasciava, a lui e ai suoi genitori, le rimanenze.
Momò era certo che un grande albero di Natale super illuminato fosse l’unica garanzia per un sacco di regali azzeccati.
Il giorno in cui Momò girò la casellina del suo calendario dell’avvento n. 24, fu preso da una grande gioia. Ma subito dopo il timore: “Non ci troverà mai!”.
Abbattuto da questo presentimento, guardava triste fuori dalla finestra il grande bosco pieno di alberi di tutti i tipi. In particolare svettava alto e fiero un abete maestoso. Ed ecco che gli venne una grande idea: “Decorerò quell’abete con tutte le decorazioni che abbiamo in casa e lo riempirò di luci di mille colori. Così Babbo Natale ci troverà subito!“. Deciso ciò, corse a spogliare l’alberello del salotto, prese ogni tipo di luce e decorazione e si precipitò dal grande abete.
Arrivato sotto l’albero, capì che non sarebbe riuscito ad arrivare neanche ai rami più bassi. E questo lo gettò nello sconforto. Si sedette alla base del tronco e cominciò a piangere disperato. Il suo pianto attirò tutti gli animali del bosco: prima arrivarono i ghiri, svegliati dal loro letargo, poi arrivarono scoiattoli, cerbiatti, talpe, ricci, tassi, camosci, volpi, marmotte.
Quando Momò li vide si spaventò: mamma e papà gli avevano detto più volte di non andare nel bosco da solo! Ma poi, tra le lacrime, raccontò tutto. Gli animali, sentito il racconto, si guardarono tra loro e poi si avventarono sulle decorazioni e le luci che il piccolo aveva in mano e scapparono via.
Allora Momò, terrorizzato, scappò verso casa. I genitori, vedendolo in quello stato e sentito l’accaduto, si spaventarono tantissimo e si barricarono dentro.
Così passarono la vigilia di Natale con un albero senza luci e un Momò mogio mogio.
Scese la notte sulla piccola casa e tutti andarono a dormire. Momò crollò in un sonno stanco e triste. Ma nel cuore della notte si svegliò, sentiva strani rumori provenire dall’esterno. Spaventato, si accingeva a svegliare i genitori, ma prima guardò fuori dalla finestra. E vide qualcosa di magico: il maestoso abete del bosco era completamente addobbato e illuminato. Momò non credeva ai suoi occhi, c’erano animali di tutti i tipi intenti a raccogliere qualsiasi cosa pur di arricchire l’albero. Ma la cosa più stupefacente erano gli uccelli: gufi, passerotti, usignoli, pettirossi, picchi, tutti pronti ad afferrare le decorazioni e a spargerle sui rami più alti dell’albero.
E poi i falchi, che volavano nel cielo più lontano e tornavo giù carichi di stelle luminose che facevano risplendere l’albero in ogni parte della terra.
Il desiderio di Momò era stato realizzato. Tutti gli animali del bosco avevano dato vita ad uno spettacolo della natura che nessuno avrebbe potuto ignorare.
E così fu.
Ancora senza parole per ciò che stava accadendo, Momò sentì uno scampanellio provenire dal cielo, alzò gli occhi e lo vide: Babbo Natale sulla sua slitta. E vide far planare dolcemente tanti pacchi sotto l’albero. Momò stava quasi per svenire dall’emozione.Tentò di uscire fuori, ma il papà aveva chiuso tutto a più mandate. Non sapeva che fare, si mise a riflettere sul divano e si addormentò di colpo.
La mattina dopo Momò si svegliò nel suo letto e pensò fosse stato tutto un sogno. Triste andò in salotto, dove l’aspettava una bella colazione natalizia e il suo albero spoglio con sotto un bel niente!
Stavolta Babbo Natale non era riuscito a rifilargli neanche gli scarti di qualche bambina…
Sconfortato Momò si affacciò alla finestra e guardò l’abete. Era il solito grande albero verde, senza stelle.
Ma ad un tratto eccola, era una piccola stellina che non aveva ancora smesso di luccicare, un bagliore tenue, quasi impercettibile. Ma Momò lo vide. E gli bastò. Corse fuori, inseguito dai genitori spaventati, e arrivarono tutti all’abete. E sotto di esso, un tripudio di regali, di ogni forma e colore, destinati a Momò e ai suoi genitori.
Insieme cominciarono a scartare tutti i pacchi, e non solo trovarono i regali che avevano chiesto quell’anno, ma anche quelli che non avevano ricevuto gli anni precedenti. E fra tutti spiccava il trenino rosso fiammante!
I genitori, increduli, continuavano a dire che non era possibile tutto ciò. Ma Momò disse: “Ero sicuro che quest’anno Babbo Natale avrebbe visto il nostro albero prima di tutti gli altri. Io ci credevo davvero!”.
Per festeggiare questo miracolo di Natale, la mamma preparò una grande torta caprese natalizia con tanto di bosco sopra!
Alessandra Bruni

La redazione
Comments are closed.