Fiabe per bambini | AlFIABEto e la lettera I: Ivan e l’ Ippopotamo irriverente

Avete mai letto il libro Quando la talpa vuol ballare il tango del grande Toti Scialoja? Prendendo spunto dalla graziosa poesia nonsense sull’ippopotamo, l’AlFIABEto dei bimbi dedica la sua storia soprattutto ai bambini il cui nome inizia con la lettera I… La dedica un po’ anche agli altri, visto che ogni bambino del mondo è assolutamente incantevole.
Ivan e l’ Ippopotamo irriverente
Rannicchiato sul divano di casa, il piccolo Ivan si massaggia il pancino:
«Ahi, ahi, che dolore!» si lamenta, prima di correre in bagno.
«Povero caro, è tutta colpa del virus!» lo consola la mamma, che è accorsa con la medicina. «Bevi questo sciroppo e vedrai che starai subito meglio».
In effetti un’ora più tardi il pancino di Ivan fa un po’ meno male e, se non fosse per il fatto di dover fare avanti e indietro tra divano e…gabinetto…
«Che fastidio!» brontola Ivan. «Sembra che la mia pancia non la finisca più di svuotarsi».
«Che ci vuoi fare? Oggi è una giornata così, Ivan!»
Stavolta a parlare non è la mamma, ma un Ippopotamo comparso sul tappeto davanti al divano.
Sì, avete capito bene… Nell’AlFIABEto può succedere anche che all’improvviso compaia un qualsiasi animale – fosse pure un Ippopotamo! – e che questo animale si metta a chiacchierare con il protagonista di turno della storia.
L’Ippopotamo in questione, di un bel colore indaco (una mescolanza tra i colori blu e viola), non è grande e grosso come gli ippopotami veri: anzi, per la verità è piuttosto ridotto… più o meno delle dimensioni di un gatto.
Di ritorno dal bagno, Ivan, sconsolato, saluta il piccolo Ippopotamo. Poi lo invita a sedersi sul divano.
«Non credo sia una buona idea!» risponde l’animale «Ho il culetto sporco di fango».
Detto fatto, l’Ippopotamo si volta di spalle per mostrare il culetto infangato, e a Ivan, guardandolo, torna in mente una buffa poesiola che è solita leggergli la mamma:
L’ippopota disse: «Mo
nella mota ho il mio popò!»
Prova a recitarla ad alta voce, ma l’Ippopotamo lo interrompe, ed esclama con fare irriverente:
«Come ti dicevo, oggi è una giornata così, mio caro Ivan. È una giornata un po’ di…cacca!»
«Bleah! Ma non si parla di questa cosa!» protesta Ivan.
«E perché mai, se tutti la fanno? E poi, non lo sai che dalla cacca degli animali gli scienziati imparano un sacco di cose sulle abitudini alimentari e sull’ambiente? Senza contare tutti quei semi che vengono trasportati per chilometri e chilometri nella pancia degli uccelli per essere depositati sotto forma di “cacchine” e dar vita a nuove piante!»
Ivan sembra poco convinto, ma l’Ippopotamo irriverente non desiste.
«In ogni caso, sta a sentire me! Voglio raccontarti il guinnes dei primati… innominabili. Chi la fa più grande, lo sai?»
«È l’elefante?»
«Macché! È la balenottera azzurra, che è l’animale più grande del mondo. E chi la fa più piccola?»
«Mmmm…»
«Te lo dico io: è il pipistrello-farfalla, che pesa meno di due grammi. E chi la fa più “in alto”, addirittura ad un metro di distanza dal terreno?»
«Questa non la so davvero!»
«È un animale, metà volpe e metà iena, che vive in Africa: si chiama protele. Ma passiamo alla cacca più puzzolente…»
«E dai, che schifo!» ma intanto si vede benissimo che a Ivan scappa da ridere.
«La più puzzolente è la cacca dell’orango, dopo che s’è mangiato un durian».
«E che cos’è un durian?» domanda Ivan incuriosito.
L’Ippopotamo irriverente assume un’aria da saputello e spiega:
«Il durian è il frutto di un albero che cresce in alcuni paesi del sud-est asiatico. Puzza già un sacco prima di essere mangiato, figurati dopo…»
«Ok, adesso però possiamo anche cambiare argomento!» propone Ivan.
Tastandosi il pancino, il bimbo si accorge che non gli fa più male. Oltretutto è già da un po’ che ha smesso di andare in bagno. Non sarà che, a forza di sentir parlare di cacca, è finalmente guarito?
E tu come ti chiami? Scopri qui la fiaba dell’AlFIABEto con il tuo nome
Rosalia Mariani

La redazione