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Fiabe per bambini | AlFIABEto e la lettera J: Jasmine e il Jabberwock

Questa storia dell’ AlFIABEto, dedicata in particolare ai bambini e alle bambine il cui nome inizia con la lettera J (ma anche agli altri, è ormai sottinteso!), prende spunto da Jabberwock, una parola inventata da Lewis Carrol, il celebre autore di Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie.

Jasmine e il Jabberwock

La piccola Jasmine è impaurita dalle minacce di sua sorella Katrina.

«Bambina pisciona che non sei altro!» le ha urlato contro Katrina, quando l’ha sorpresa a curiosare tra le sue cose. «Se ti azzardi a toccare ancora il mio tablet chiamo il mostro Jabberwock, che ti acchiappa e ti sgranocchia».

racconti-bambini

Per fortuna ci pensa tata Francisca a tranquillizzarla.

Tata Francisca, una bella signora cicciottella non più giovanissima, che arriva a casa due giorni a settimana,  conosce un sacco di fiabe, di canzoni e di filastrocche. Così, non appena Jasmine le parla del mostro nominato dalla sorella, tata Francisca dice:

«Il Jabberwock? Oh, ma tu non devi aver paura di lui! Sta’ a sentire me:

Il Jabberwock è un mostro bislacco,

calza le scarpe, ma solo col tacco.

Ha sempre in testa un cappello a bombetta,

non se lo scorda, nemmeno se ha fretta.

Tra scarpe e cappello indossa un tutù,

che è rosa, di tulle…è tutto un fru fru!

Indossa pure una borsa a tracolla:

gli inzuppa il tutù, non appena la scrolla.

Infatti è una borsa che è fatta di pioggia,

però a lui non importa…gli piace e la sfoggia!»

Jasmine si fa ripetere le strofe della filastrocca e ride. Un mostro che indossa il tutù come può farle paura? La incuriosisce soprattutto la borsa di pioggia… Che sia stata la borsa di pioggia del Jabberwock a bagnare il suo lettino, la notte passata?

D’un tratto in casa si sente un rumore come di un passo pesante. Jasmine sobbalza preoccupata.

«Che sia il Jabberwock che viene a sgranocchiarmi?» domanda a Francisca.

«Macché, il Jabberwock è un mostriciattolo che non si sente!» risponde la tata. «Infatti…

Il Jabberwock rumore non fa:

entra in silenzio e in silenzio sta.

A passi felpati come sopra un tappeto,

si muove per casa in modo discreto.

E poi perché mai ti dovrebbe mangiare,

lui che con te vuol soltanto giocare?

Di ogni bambino questo mostro ha rispetto,

purché nessuno gli faccia un dispetto…

Ed oltretutto è vegetariano:

bruca l’erbetta che ha sottomano!»

Ormai convinta che il Jabberwock sia un mostro di cui è impossibile avere paura, Jasmine vuol sapere a questo punto quale aspetto abbia. Perciò, coinvolta dal gioco delle rime, chiede alla tata:

«Ma sotto il tutù il mostro com’è?

Lo voglio sapere proprio da te!»

La risposta ancora una volta non si fa attendere:

«Sarà grande e grosso oppure piccino,

con tante zampe o con solo un uncino.

Sarà peloso, a squame o piumato,

col naso lungo oppure accorciato…

Com’è il Jabberwock…e  chi  lo sa,

se lui   si trasforma  come gli va?

Per questo ti dico e te lo ripeto,

magari gustandomi un sottaceto:

l’aspetto del mostro sotto il tutù

prova a pensarlo…decidilo tu!»

Rosalia Mariani

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