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Fiabe per bambini | AlFIABEto e la lettera M: Le macchie di Matteo

Riecco l’AlFIABEto, con una favola dedicata un po’ a tutti quanti i bimbi –  perché non conosco bambino che non sia meraviglioso! – ma in particolare a quelli il cui nome inizia con la lettera M.

Le macchie di Matteo

Matteo sta facendo merenda con del pane ed una buonissima marmellata di mirtilli. Immerge un cucchiaio nel barattolo della marmellata – dopo che la mamma gli ha proibito di servirsi delle dita! – avvicina il cucchiaio alla fetta di pane e ops… parte della marmellata finisce sul tavolo, parte sul maglione appena indossato.

Matteo non si scompone: capita a tutti di impataccarsi e non è detto che, per questo motivo, ci si debba sentire imbranati. Piuttosto osserva la macchia color mirtillo che si allarga sulla tovaglia, poi allunga il dito (adesso sì che lo può usare!) con l’idea di recuperare almeno un pochino di marmellata. Ma la macchia non si lascia toccare e con un ringhio mette in guardia il bambino.

«Bada che ti mordo, se avvicini il dito ancora un po’!»

Matteo, più sorpreso che spaventato (d’altra parte, come si fa ad avere paura di una macchia di marmellata?) ritrae il dito di scatto e chiede:

«Ma tu chi sei?»

«Non lo sai? Eppure sei stato tu a farmi!» risponde la macchia, con una vocina tutt’a un tratto mielosa. «Sono il maialino mannaro e, se non mi tocchi, son buono e caro».

«Ah davvero?» esclama Matteo, ridendo. «Dal momento che ti ho fatto io, sta’ a vedere come ti trasformo!»

Incurante di qualsiasi morso, il bimbo pasticcione schiaccia la macchia col palmo della mano e il maialino mannaro, colto alla sprovvista, fa appena in tempo a strillare:

«Che maniere

Dopodiché, al suo posto, compare una macchia che, a guardarla bene… Ma sì, ha proprio la forma di una mucca in monopattino.

La mucca in monopattino muggisce allegramente:

«Mi muovo di qui, mi muovo di là, mi fermo soltanto quando mi va. Se in modo diverso tu guardi la macchia, il mio posto lo prende una vecchia cornacchia!»

La mucca ha ragione: una macchia, vista da diverse angolazioni, può trasformarsi in tutto ciò che la fantasia suggerisce.

Così Matteo, dopo la mucca, dentro la macchia di marmellata riesce a vedere addirittura un paio di marionette mattacchione. Le marionettemarito e moglie – saltano, fanno capriole, giusto per presentarsi, quindi si prendono per mano e iniziano a ballare la mazurca. E vorrebbero insegnarla anche a Matteo, tant’è che la moglie invita il bambino a salire sul tavolo.

«Non è difficile ballare la mazurca, che cosa credi?» esclama. «Con due maestri come noi, tempo mezz’ora e diventi anche tu un ballerino provetto!»

Sennonché Matteo, impaziente, è già passato a ritoccare le altre macchie. Perché, se la macchia sulla tovaglia contiene tanti personaggi strani, a cominciare dal maialino mannaro, le macchie che il bimbo “indossa” richiamano alla mente luoghi e oggetti altrettanto straordinari.

Così Matteo, nella macchia più grande spalmata sul maglione, scopre la mappa di un tesoro. Il tesoro, che è appartenuto al famoso pirata Merluzzo, comprende almeno un miliardo di monete d’oro ed è sepolto in chissà quale isola, sperduta in mezzo a un mare di… marmellata.

La macchia più vicina alla manica, invece, è uguale a un missile, a bordo del quale Matteo immagina di raggiungere il pianeta Marte

«…Dove farò amicizia con un Marziano color melanzana» dice, parlando sottovoce.

E le due macchioline più piccole? Non somigliano forse a una casetta?

«Ci sono! È la casetta di marzapane, della fiaba Hänsel e Gretel» continua a raccontarsi Matteo, affascinato dalla forma delle macchie.

Dalla casetta ora esce una strega ed è tanto brutta, che, per non mettere più paura del dovuto ai bambini, porta sul viso una maschera.

Matteo guarda la strega che ciabatta in mezzo alle macchioline e sussurra:

«Tanto a me il marzapane non piace! Preferisco la marmellata, io… Soprattutto se è di mirtilli».

Detto fatto, ride in faccia alla strega mascherata. Infila quindi il cucchiaio nel barattolo di marmellata, per servirsi di nuovo. Prima però dà un ultimo sguardo alle patacche sulla tovaglia e sul maglione e si congratula con se stesso, dicendo :

«Sono o no il Mago delle macchie

Rosalia Mariani

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