Fiabe per bambini – alFIABEto e lettera B: Beatrice e il Bacio della Buonanotte

La seconda fiaba della raccolta “L’AlFIABEto dei bimbi” è dedicata in modo speciale ai bambini e alle bambine il cui nome inizia con la lettera B.
È dedicata anche agli altri, però… perché tutti (ma proprio tutti!) i bimbi e le bimbe del mondo sono la cosa più bella che c’è.
Beatrice e il bacio della buonanotte
La sera, prima di infilarsi sotto le coperte a fare la nanna, capita che Beatrice chiacchieri con qualche giocattolo. È un modo come un altro per conciliare il sonno, l’abitudine di una bimba, piena di fantasia e di immaginazione.
Stasera non c’è un giocattolo solo: ai piedi del suo lettino Beatrice ha infatti radunato un’intera compagnia di balocchi. Così, accanto a una splendida Barbie ballerina, c’è Bob dei Minions, insieme all’inseparabile orsacchiotto, e ci sono pure due barbabebé (i figli di Barbapapà), che sono Barbazoo e Barbalalla. In seconda fila ci stanno un burattino, col naso lungo come quello di Pinocchio (a forza – pure lui! – di dir bugie), e cinque allegri animaletti di peluche: Birba e Briciola, che sono rispettivamente un cucciolo di barboncino e un bassotto, il bruco Bruno, un barbagianni di nome Biancaluna e Bertuccia, una scimmietta del tipo… bertuccia, per l’appunto.
Ehi, ma c’è un sesto peluche che alza la zampa per farsi notare. È anche questo un orso (come il piccolo amico di Bob) e somiglia a Baloo del film Il libro della giungla, tant’è che Beatrice lo ha chiamato proprio così.
Beatrice, seduta a gambe incrociate sul lettino, abbraccia con lo sguardo i suoi balocchi.
«Siete i miei giocattoli preferiti» sussurra. «Voglio dare a tutti quanti un bacio: il bacio della buonanotte!».
Così dicendo, si porta la mano alle labbra e schiocca un bacio, che immediatamente risveglia un mormorio e un movimento tra i giocattoli (lo sapevate, vero, che un bacio della buonanotte è sempre un po’ magico?!)
Il primo a cambiare posizione, alzando il visetto col naso lungo lungo che si impiglia nella coperta, è il burattino.
Il burattino si rivolge ai compagni e comincia a parlare:
«Perché non ricambiamo il bacio della buonanotte di Beatrice, raccontandole una fiaba?»
«Io ci sto!» approva il barbagianni Biancaluna, volando ad appollaiarsi sul naso lungo del burattino. «E la potremmo iniziare in questo modo…C’era una volta un bosco, dove viveva il temibile basilisco, che…»
«Sì, purché sia un bosco di betulle, come il legno che è servito a costruire il mio naso!» lo interrompe il burattino.
«E se facessimo un bosco di banani?» si intromette Bertuccia. «Io, come tutte le scimmiette, vado matta per le banane!»
«Ma sentitela, la nostra bertuccia!» protesta Briciola, il bassotto. «E allora perché non un bosco di alberi di biscotti?»
«…O di bigné, il che sarebbe anche meglio» gli fa eco il barboncino, ancora più ghiotto di dolci di quanto non sia Briciola.
«E dai, non cominciamo con i bisticci!» interviene il bruco Bruno. «Piuttosto votiamolo il tipo di albero. Barbazoo, Bob, voi che ne dite?»
Il barbabebè giallo, amante della natura, si gratta la testa e risponde:
«Di un albero di biscotti o di un albero di bigné non sono a conoscenza. Davvero rimango di stucco…Che sia un barbatrucco?»
Quanto al tenero Bob, lui sta ancora pensando alle banane di cui Bertuccia farebbe volentieri indigestione. Perciò si mette in posa e canta una delle canzoni che hanno reso famosi i Minions:
«Ba ba ba babanana, ba ba ba babanana».
La canzone non piace a Barbalalla, la verde musicista della famiglia dei barbapapà, che, agitando la sua bacchetta da direttore d’orchestra sotto il naso del Mionion, strilla:
«Smettila! Non senti quanto sei stonato? E poi un bosco è un bosco e basta. Andiamo avanti con la nostra fiaba!»
«Ma sì, Barbalalla ha ragione! Un bosco è un bosco» ripete l’orso Baloo. «E in un bosco, come nella giungla…»
Dopo l’esibizione di Bob, Baloo non resiste e canta a sua volta, come l’omonimo personaggio del film d’animazione:
«Ti bastan poche briciole,
lo stretto indispensabile e
i tuoi malanni puoi dimenticar.
In fondo basta il minimo,
sapessi quanto è facile
trovar quel po’ che occorre per campar».
A questo punto Beatrice non riesce più a starsene zitta e immobile, così applaude. E applaudirebbe anche di più, se non fosse per la bacchetata (amichevole, intendiamoci!) che Barbalalla dà sul testone dell’orso.
Allora l’elegante Barbie ballerina ricomincia a raccontare la fiaba:
«…Il basilisco del bosco paralizzava col suo sguardo di ghiaccio chiunque osasse sfidarlo. E quando usciva dal bosco a caccia di prede, nessuno, per quanto corresse veloce, riusciva a sfuggirgli. Finché un giorno una coraggiosa ballerina, grazie a un paio di babbucce, che le aveva regalato la sua fata madrina…»
Improvvisamente entra in camera la mamma e la Barbie contastorie s’interrompe.
«Beatrice, tesoro, non è ora di fare la nanna?»
Beatrice volge uno sguardo ai giocattoli e i giocattoli, prima di tornare ad essere quelli di sempre, le fanno cenno di tacere.
«Ora dormo subito!» risponde quindi alla mamma. «Anche se mi piacerebbe che tu mi raccontassi una fiaba».
«E quale fiaba vorresti sentire?»
«La fiaba di un basilisco cattivo, padrone di un bosco, e di una ballerina che lo sconfigge, servendosi di un paio di babbucce magiche».
La mamma si finge pensierosa.
«Non la conosco, mi sa che la dovrò inventare» dice. «Intanto, però, ti anticipo il bacio della buonanotte. Vieni qui, piccolina!»
China su Beatrice, la mamma la stringe a sé e la bacia.
Mentre ricambia l’abbraccio e il bacio, Beatrice non può fare a meno di spiare i balocchi da sopra la spalla della mamma.
In quel momento la Barbie e il burattino le fanno l’occhiolino e sorridono.
A Beatrice sembra quasi che dicano:
«Con tutta la magia di un doppio bacio della buonanotte, la fiaba che inventerà la mamma non può che essere bellissima!»
Rosalia Mariani

La redazione