Fiabe per bambini: L’AlFIABEto dei bimbi – Lettera A – Andrea e l’Aquilone Annoiato

Questa è la prima di una serie di fiabe per bambini e appartiene a “L’AlFIABEto dei bimbi”.
È dedicata in particolare ai bambini e alle bambine il cui nome inizia con la lettera A, ma la si può dedicare un po’ a tutti i bambini…Non è forse vero, infatti, che ogni bimbo è l’Amore della sua mamma?
Andrea e l’Aquilone Annoiato
È sabato mattina, piove. Andrea, che si aspettava di trascorrere la giornata nel parco cittadino, smette di giocare con le costruzioni e sbuffa:
«Sono stanco di stare in casa! Ma quand’è che finisce di piovere, mamma?»
La mamma si affaccia alla finestra a scrutare il cielo.
«Non dovrebbe durare a lungo» risponde. «Vedrai che tra poco rispunta il sole».
«Se non piove più, andiamo al parco?»
«Ma certo, ti ci accompagno nel pomeriggio. Intanto, perché non sali con me in soffitta? C’è quel baule che arriva dalla casa dei nonni: contiene dei vecchi giocattoli, mi ha detto papà, e mi piacerebbe darci un’occhiata insieme a te».
Andrea, incuriosito, non si fa ripetere l’invito, anche perché la soffitta, piena com’è di oggetti strani e in disuso, lo ha sempre attratto.
Non appena la mamma apre il baule, Andrea ci si infila dentro per metà, incurante dell’odore pungente di naftalina che si sprigiona dall’interno.
«Guarda un po’ questo qui, mammina!» esclama, estraendo dal baule un orsacchiotto di pezza con due bottoni al posto degli occhi. «Non ti sembra l’orsetto di Bob dei Minions? E quest’altro?» aggiunge, afferrando per un orecchio un pupazzo con l’aspetto di cane. «Ma sì, è Marshal. È uno dei cuccioli di Paw Patrol…Vedrai che da qualche parte nel baule c’è il suo elmetto da pompiere».
«No, il peluche è figlio di Pongo e Peggy, i due cani dalmata di un cartone animato famoso, La carica dei cento e uno» spiega la mamma. «Oh, mi squilla il cellulare. Vuoi continuare da solo a svuotare il baule, mentre rispondo?»
La mamma si allontana e proprio allora Andrea sente una vocina provenire dal fondo del baule.
«Che noia, che barba! Non ce la faccio più a rimanere chiuso in una scatola» si lamenta la vocina. «Quand’è che mi lascerete volare di nuovo?»
«Chi è? Chi ha parlato?» chiede Andrea, ritraendosi di scatto dal baule.
«Sono io! Sono quaggiù, sotto un libro e una scatola di giochi da tavola!» ripete la vocina. «Non avere paura, sono solo un aquilone! E sono pure annoiato… Capirai, non so più come passare il tempo, a forza di essere imprigionato qui dentro!».
Andrea si fa coraggio e toglie dal baule diversi giochi e libri illustrati, finché non compare lui, l’aquilone a forma di rombo, sulla cui superficie la mano di un bambino ha disegnato gli occhi, il naso e la bocca.
«Avanti, che cosa aspetti a tirare fuori anche me? Ho bisogno di stiracchiarmi, io! Non lo vedi che, ad annoiarmi oggi, ad annoiarmi domani, mi sono tutto stropicciato?» protesta la vocina squillante.
Senza perdere tempo, Andrea prende l’aquilone per due punte e lo solleva delicatamente; quindi lo appoggia sul pavimento.
«Così va meglio: mi sento già meno annoiato!» e la bocca dell’aquilone si allarga in un sorriso. «Adesso però dimmi, Andrea… quand’è che andiamo a scorrazzare all’aria aperta?»
«Se smette di piovere, potrei portarti nel parco. Lì c’è un prato grande e…»
«È magnifico il prato del parco!» lo interrompe l’aquilone. «Ci andavo sempre con il tuo papà da piccolo. C’era un grande albero nel mezzo e qualche volta, per dispetto, volavo ad impigliarmi tra i rami. Anche in riva al mare – il tuo papà sulla sabbia, io tra le nuvole – ci piaceva tanto correre insieme».
«Al mare ci andrò in estate. Mentre l’albero di cui parli…Be’, ce ne sono tanti di alberi nel parco. E c’è pure uno spazio con le altalene, la giostrina, i cavallini a molla e una torre che ha la passerella di corda e un paio di scivoli».
Andrea elenca i divertimenti del parco e l’aquilone, ascoltandolo, s’illumina di gioia.
«Sarebbe bello starmene in alto, sospeso dal vento, a guardare te e gli altri bimbi giocare. Poi potremmo fare cambio».
«In che senso?»
«Tu e gli altri bambini guardate me, mentre mi diverto a rincorrere qualche nuvoletta neonata, oppure arruffo i baffi e i capelli delle nuvole più vecchie».
«Davvero sei capace di fare tutte queste cose?» domanda Andrea, spalancando gli occhi.
«Oh sì! E se una nuvola giocherellona mi presta qualcuno dei suoi batuffoli, so anche costruirci un castello, un cavallo alato o un drago. Quante volte il tuo papà si incantava a guardare i miei disegni di nuvole! Solo a riparlarne, la noia accumulata in tanti anni vola via!».
«Andrea!» chiama la mamma. «Ha smesso di piovere. Dopo pranzo si va a fare una passeggiata nel parco»
«Arrivo, mammina! Ho trovato un giocattolo di papà che ti piacerà moltissimo».
Andrea afferra l’aquilone e l’aquilone – che evidentemente ha smesso di essere annoiato – sotto le dita del bambino guizza quasi fosse una cosa viva.
«Allora mi porti con te al parco, Andrea?» sussurra ancora incredulo.
Andrea annuisce e sorride. Come potrebbe rinunciare a vedere l’aquilone del suo papà che disegna un drago di nuvole nel cielo?
Rosalia Mariani

La redazione