Fiabe per bambini | AlFIABEto e la lettera S: Sabrina e le scarpe da sogno

Ecco una storia tutta di s (- Allora è una storia che sibila – suggerirà qualcuno di voi!). L’AlFIABEto l’ha scritta per stupire i nostri simpaticissimi bimbi, soprattutto i bambini e le bambine il cui nome inizia con questa lettera dell’alfabeto.
Sabrina e le scarpe da sogno
Sabrina ha un paio di scarpine sbarazzine. Sono scarpe con le stringhe, di stoffa color salmone, che Sabrina indossa spesso per andare a scuola, ma soprattutto di sabato, quando corre e salta nella pineta e poi sulla spiaggia vicina alla casa dei nonni. Sono quelle che Sabrina considera le sue scarpine da sogno.
È sabato sera e le scarpe stanno una di fianco all’altra, sul pavimento sotto il sofà. Sabrina le prende per sistemarle al loro posto, durante la notte.
«Oggi ci siamo divertite un sacco al mare!» sussurra, mentre si china a raccoglierle «Anche se a un certo punto si è scatenato il temporale e siamo dovute scappare a casa».
Una delle scarpe scodinzola, come solo sanno scodinzolare certe scarpine che sprizzano simpatia dalla punta al tacco. Scodinzolando, la scarpina lascia scivolare dall’interno qualche granello di sabbia e pure un sassolino.
«Il sassolino è una scheggia dello scoglio delle sirene» sussurra a sua volta la scarpa.
Sabrina spalanca gli occhi per la sorpresa e uno scoglio emerge improvviso dalla schiuma delle onde, proprio davanti ai suoi occhi. In cima allo scoglio prende il sole una sirena. La sirena, con la coda fatta di squame luccicanti di smeraldo e sette stelle marine tra i capelli, è stupenda e a Sabrina piacerebbe sentirla cantare. Le scarpine lo scoprono leggendoglielo in faccia, cosicché lo chiedono alla sirena. Quest’ultima, ben decisa a non scontentare una bambina, accetta subito. Prima però sceglie nel mare un pesce: una sogliola che sia capace di suonare uno strumento musicale.
«Ci serve il tuo sassofono!» spiega la sirena alla sogliola. «Almeno, mentre canto, mi accompagni».
Il canto è in realtà uno scioglilingua, che Sabrina conosce già:
«Se non sarà sereno, sarà quel che sarà…
Ma se speri nel sole, si rasserenerà».
Non appena parte la musica, le scarpine sbarazzine si muovono in una danza sfrenata, al punto che a Sabrina vien voglia di infilarsele, sennonché uno schiamazzo improvviso e stonato interrompe canto, musica e danza. Lo schiamazzo è seguito da un farsi scuro del cielo… Ohibò, ma chi è che strilla con voce sgraziata, sorvolando il sentiero sul mare in sella ad una scopa?
Una scarpa riconosce subito la voce e sobbalza spaventata. Sobbalza anche Sabrina, quando compare sulla scena e scende dalla scopa la strega Saponilla, avvolta in uno scialle scolorito, nonché provvista di secchio, sapone, spazzole e strofinacci.
«Sciò, via di qui, scansafatiche che non siete altro!» sbraita la strega, impugnando la scopa e scuotendola in direzione prima delle scarpine, poi della sirena. «Devo lavare e sciacquare tutto quanto io!»
Alla vista di Saponilla, la sirena saluta Sabrina con un sorriso e si tuffa in mare dietro alla sogliola, schizzando la bimba di acqua salata.
Anche la scarpina sinistra tenta di seguire la sirena. Così scatta veloce come una saetta verso le onde, tanto che Sabrina fa appena in tempo ad afferrarla per una stringa, mentre le grida:
«Ferma! Dove credi di andare, tu! E tua sorella, vuoi lasciarla scompagnata?»
Nel frattempo la strega insapona, strofina, risciacqua, sbatacchiando il secchio a destra e a sinistra, mentre borbotta:
«Devo sbrigarmi! Oh, che sbadata! Questo spazio qui sullo scoglio non l’ho strofinato bene».
Quindi si avvicina alle scarpe, con l’intenzione di insaponare e spazzolare anche loro.
Sta già per cominciare, quando una delle scarpe sbarazzine sgancia un calcio potente sul secchio pieno di acqua saponosa e il secchio finisce capovolto… indovinate un po’? Proprio sulla testa della strega.
Rigida come uno stoccafisso, col sapone che le scende sul viso, la strega Saponilla sbuffa piena di stizza e, sbuffando, fa le bolle di sapone col naso e con la bocca.
«Che bello scherzo le ho giocato, vero?!» si vanta la scarpina che ha sferrato il calcio.
«Eccome! È proprio uno spasso guardare la strega, mentre fa le bolle di sapone!» approva l’altra scarpa.
Sabrina scoppia a ridere. Ride nel sonno, comodamente stesa sul sofà a casa della nonna, con le sue scarpine preferite ancora strette al petto.
«Guarda che espressione buffa ha la mia bella bimba addormentata!» bisbiglia la mamma, entrata in quel momento nella stanza.
Sabrina apre un occhio e sorride alla mamma. Poi sbadiglia e si gira dall’altra parte senza farsi scappare le scarpe.
«Sss… Lasciamola dormire, che è tanto stanca!» sussurra una scarpa.
«Ma sì» risponde la sorella, «lasciamo che Sabrina continui a sognare il suo bel sogno in nostra compagnia!»
Rosalia Mariani

La redazione