Gandhi a 68 anni dalla morte

E’ il 30 gennaio del 1948 quando il Mahatma venne ucciso con tre colpi di pistola, mentre si recava alla preghiera delle 17 a New Delhi.
La settimana dopo l’assassino, un fanatico indù, venne condannato a morte e giustiziato, nonostante l’opposizione dei seguaci di Gandhi che proclamavano il perdono.
Mohandas Karamchand Gandhi è meglio conosciuto col nome di Mahatma “grande anima”, che gli fu dato dal poeta R. Tagore. Politico e filosofo indiano, asceta, vegetariano rigoroso, appassionato studioso delle religioni, si adoperò per vent’anni alla lotta per i diritti civili difendendo gli immigrati indiani in Sudafrica.
Attraverso la Satyagraha, la resistenza all’oppressione tramite la disobbedienza civile di massa, guidò l’India all’indipendenza, diventando un esempio per tutto il Mondo e cambiando la storia del Ventesimo secolo.
Nonostante il passare del tempo, 68 anni dopo la sua morte, Gandhi continua a vivere nel ricordo e nell’immaginario collettivo. Le sue azioni pacifiste e le sue idee sulla non-violenza sono state d’ispirazione per grandi personalità quali Martin Luther King e Nelson Mandela. In India è idolatrato come Padre della nazione e il giorno della sua nascita il 2 ottobre, non solo è segnato festivo sul calendario, ma è stato dichiarato anche Giornata internazionale della non violenza dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
E’ doveroso in questi giorni ricordare un grande maestro di vita, magari tramite i suoi pensieri più belli come questo:
“Il genere umano può liberarsi della violenza soltanto ricorrendo alla non-violenza. L’odio può essere sconfitto soltanto con l’amore”.

La redazione