LO SPRECO NON HA TEMPO

Sono una persona contraria allo spreco, allo spreco in senso generale.
Lo trovo fondamentalmente privo di scopo e di buon senso, lo trovo un gesto ingrato e vergognoso, lo trovo superficiale e dispersivo. Non sopporto lo spreco dell’acqua e del cibo, soprattutto a tavola, ma in generale faccio davvero molta fatica a comprendere lo spreco di ogni tipo di risorsa.
Lo spreco è ignobile e irrispettoso: si butta via, punto.
Non stiamo nemmeno a guardare dove buttiamo. Chi spreca agisce con imbarazzante leggerezza, non si fa problemi, non si pone domande, non ha dubbi, tanto meno si preoccupa, anzi, in qualche caso è diventato un vero e proprio stile di vita.
Nel nostro mondo pieno di opportunità e benessere, ho imparato che non sempre abbiamo la percezione di ciò che possediamo, di ciò che abbiamo, di ciò che ci viene donato e di ciò a cui abbiamo accesso liberamente con smisurata abbondanza: acqua, cibo, oggetti, tecnologia, spazio, tempo. E’ un’abbondanza a cui ci siamo abituati, cose che sentiamo egoisticamente come dovute, intoccabili, beni preziosi di cui non possiamo più fare a meno.
Eppure se ci venisse tolta l’acqua o se un giorno ci dicessero che non ce n’è più, qualche problemino ci sarebbe e saremmo costretti a guardare un po’ più in là di noi stessi.
Ci sono posti nel mondo dove l’acqua non c’è.
Se un giorno una scossa di terremoto minacciasse la nostra casa e fossimo costretti a lasciarla per ragioni di sicurezza senza la possibilità di potere prendere nemmeno una delle nostre cose, anche solo qualche vestito o un oggetto a cui siamo legati perché è un ricordo, il nostro punto di vista sarebbe messo duramente alla prova assieme a noi stessi.
Noi che smaniamo di possedere sempre, che vogliamo avere il controllo su tutto sempre.
Ogni gesto di spreco colpisce il mondo fuori da noi: investe ciò che ci circonda, l’ambiente, le persone e tutto il sistema di cui facciamo parte ma di cui fondamentalmente a volte poco ci importa. Perché ci importa fondamentalmente solo di noi stessi.
Sprechiamo senza riflettere, come fossimo padroni di un nostro pozzo fosse senza un fondo, come se tutto fosse inesauribile, infinitamente a disposizione, per sempre.
E diamo per scontato che tutto ciò di cui non possiamo usufruire adesso sia rimborsabile o ciò che abbiamo buttato ci verrà di nuovo offerto per recuperare, che ciò che abbiamo perso ci verrà restituito.
Bene, non è così.
C’è qualcosa che abbiamo l’abitudine di sprecare più di tutto il resto: è il tempo.
Nella vita privata e in quella lavorativa, il nostro e spesso anche quello degli altri. Minuti che si fanno ore e poi giorni e settimane, buttate via. Tempo concentrato su progetti sterili che ci assorbono in modo logorante e che non sanno di noi, tempo dedicato a cose che non ci servono e ci rendono soltanto più insoddisfatti e demotivati, tempo messo a disposizione di persone con cui non riusciamo a stabilire un livello di reciproca comprensione né dialogo, che non lo rispettano, che sembrano solo chiedere e invece pretendono, che ci guardano ma non ci vedono, che ci inquadrano ma non ci mettono a fuoco, sulle quali investiamo aspettative e speranze senza tener conto della giusta misura, di valutazioni oggettive o semplicemente della pura realtà.
Tempo sprecato, scaduto.
Quello della nostra vita che dovremmo sapere gestire da soli come il più importante budget personale di cui siamo gli unici veri responsabili, gli unici veri detentori di un potere decisionale.
Tempo della nostra vita che buttiamo, che sprechiamo, che va perso.
Tempo che nessuno ci restituirà quando scenderemo dalla giostra, che nessuno ci ridarà alla fine della corsa.
Non so quale sia la soluzione né la risposta, ma ho capito che il mio ho bisogno di viverlo diversamente e che limitarne lo spreco non è più abbastanza.
Il mio tempo ho bisogno di non sprecarlo più, perché mi è stato donato come una ricchezza ed è mio. Lo voglio vivere tutto e lo voglio fare al meglio, lo voglio regalare a coloro che amo e che hanno sempre trovato un po’ del loro per me.
Lo voglio sentire sui miei capelli quando diventeranno bianchi e sul nuovo segno che scorgerò sulla mia pelle guardando una nuova fotografia in cui sorrido.
Lo voglio spendere per migliorare, per provarci anche quando ho paura e non so se ce la faccio, lo voglio investire per lottare in ciò che credo e che è davvero importante per la mia vita.
Lo voglio condividere come segno di gratitudine.
Lo voglio spendere per cercare ciò che ho smarrito, per ritrovare coloro che ho perso.
In questo momento, oggi e in tutti i miei domani.
Finché sono qui e sono viva, finché ho tempo.
Daniela Granata

La redazione