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Muovere i primi passi: camminando alla scoperta del mondo

Ci siamo: è arrivato il momento tanto atteso, quello che fa commuovere le mamme e i papà e parlare per giorni i nonni e i parenti tutti (che da settimane ormai chiamavano ogni dieci minuti per sapere se fosse accaduto).

Parlo dell’evento che noi mamme sicuramente annoteremo sull’album dei ricordi, magari sotto l’immagine del nostro bimbo sorridente e orgoglioso … quello di quando inizia a muovere i primi passi! Quel corpicino che a noi pare ancora troppo piccolo per potersi già allontanare dal porto sicuro delle nostre braccia, ora si stacca da noi e va incontro alla libertà. Quelle gambette morbide e rosee che fino a l’altro ieri scalciavano in aria, adesso lo sostengono in una prova di grande coordinazione ed equilibrio. Il nostro bimbo cammina: ha conseguito una delle tre ‘lauree’ del suo sviluppo.

Piovono abbracci, sorrisi, foto, scarpine nuove, richiami a percorrere distanze sempre più lunghe che nostro figlio esegue compiaciuto, incurante dei rischi, spinto contemporaneamente dall’istinto e dalla volontà.

L’entusiasmo degli adulti, però, ha vita breve: dopo un po’ svanisce e lascia il posto ad una sorta di indifferenza. Ci si abitua in fretta a vedere il bimbo scorrazzare in lungo e in largo e ben presto si finisce a comportarsi in maniera diametralmente opposta, gridandogli “stai fermo!”, “siediti!”, “non correre!” decine di volte al giorno. Capita, vero? Il tempo, la famiglia, la scuola, le regole della società, pretendendo dai piccoli una innaturale staticità che alla lunga può minare la loro salute, renderli pigri, scoordinati, impauriti.

I rischi o la fatica che cerchiamo di risparmiargli (o risparmiarci), sono in realtà spesso ostacoli che poniamo al soddisfacimento dei loro bisogni essenziali. Maria Montessori sottolinea l’importanza fondamentale del movimento per la costruzione della psiche: è il trattino di unione fra il nostro io e l’ambiente esterno. Il bambino attraverso il movimento crea sé stesso.

I piccoli, infatti, al contrario di noi adulti camminano non tanto per raggiungere una meta nel più breve tempo possibile, ma per esplorare sé stessi e l’ambiente circostante. Così facendo e seguendo un ritmo tutto loro, i bambini di un anno e mezzo/due possono percorrere anche qualche chilometro.

…osservai e seguii un giorno un padre giapponese che conduceva a passeggio un piccolino di forse un anno e mezzo o due di età. Ad un tratto il piccolino si abbraccia alla gamba del padre, e questi si ferma e dà posto al piccolo, che comincia a girare attorno alla gamba scelta per il suo torneo: quando il bimbo ha finito il suo esercizio ricomincia la passeggiata lenta. Ma dopo un poco il piccino si mette a sedere sull’orlo del marciapiede e il padre gli si ferma accanto. Il viso paterno era serio e normale; egli non faceva nulla di eccezionale, era semplicemente un babbo che conduceva a passeggio il bambino. 

Così si dovrebbe fare per rendere possibile ai piccoli quell’esercizio essenziale di camminare…” scrive Maria Montessori ne Il segreto dell’infanzia.

Muovere i primi passi

Il camminare è l’attività sportiva più semplice ed economica che ci sia, si può fare ovunque, in qualsiasi momento e oltre a ciò offre anche innumerevoli spunti di apprendimento.

Perché non approfittare dell’estate e delle vacanze per dedicare un po’ di tempo a delle passeggiate veramente consapevoli con i vostri figli? Potrebbe diventare una meravigliosa abitudine soprattutto se si stravolgono le regole del ‘gioco’:

  • Passeggiate senza meta e senza orari prestabiliti. Questo vi libererà dall’ansia inconscia di doverla raggiungere, magari in tempi brevi;
  • Seguite i vostri figli e adeguatevi al loro ritmo. Se si fermano ad osservare un fiore lasciateli fare e mentre attendete con pazienza che abbiano soddisfatto la loro curiosità, osservatelo anche voi. Di questi tempi ci si stupisce sempre troppo poco della bellezza che ci circonda
  • Raccogliete, con i bambini più grandi, materiale naturale come foglie o sassi, o se siete fortunati, qualche frutto selvatico. L’estate in campagna offre more di rovo, bacche di sambuco, fragoline di bosco, susine e altro ancora. I bambini sono abili raccoglitori e… divoratori di raccolto!
  • Ove possibile lasciarli camminare scalzi, per far sì che le terminazioni nervose della pianta del piede possano regalargli un’infinità di sensazioni nuove a seconda del terreno che calpestano.
  • Infine, con i bambini più grandi potrete divertirvi una volta a casa a identificare, comparare e catalogare quel che avete trovato. Dai 3 ai 6 anni i bimbi sono guidati da una spinta interiore verso l’ordine e la chiarezza, oltre che da un profondo desiderio di scoperta delle connessioni logiche fra i vari elementi. Anche il linguaggio continua ad espandersi e vostro figlio avrà bisogno di dare un nome a ciò che ha osservato e compreso, quindi non abbiate timore di chiamare ogni cosa con il suo nome (come le parti di un fiore o i componenti di un piccolo ecosistema): il bambino lo ricorderà.

Una semplice passeggiata, in una sera d’estate, guidati dai vostri bambini, racchiude un potenziale immenso oltre che un’occasione in più per divertirvi e trascorrere del tempo prezioso con loro.

 

Se un  uomo  non tiene il passo con i compagni, forse questo accade perché ode un diverso tamburo. Lasciatelo  camminare   secondo  la  musica  che sente, quale che sia il suo  ritmo  o per quanto sia lontana.”  H. D. Thoreau

Linda

Barbara Chizzolini

La Chizzo

Un caban in cashmere avvolgente e un paio di jeans veloci, un filo di Chanel peonia sulle labbra e Hunter colorati ai piedi.
Sono io, Barbara: una vita a colori e un mix and match di contrasti ai quali non saprei rinunciare!
Un lavoro nel mondo frenetico del digital, fatto di strette di mano e vita mondana, e una casa immersa nella natura e nella pace da condividere con le persone che amo, la mia famiglia. Qui troverai maggiori informazioni su di me

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