Natale diverso: alcune idee per renderci utili davvero

Lo scorso anno sentivo profondamente di non avere nessuna voglia di passare il Natale come lo avevo sempre passato, in famiglia, rispettando tutti canoni della tradizione. Volevo qualcosa di diverso ma non sapevo dove trovarlo.
Come spesso avviene quando si desidera qualcosa, un’amica con la quale parlavo al telefono per scambiarci gli auguri mi ha, inconsapevolmente, offerto questa opportunità. Mi ha raccontato che, quel Natale, sarebbe andata a servire il pranzo nella sua parrocchia, che ogni anno, grazie all’aiuto di una “importante” famiglia milanese, offriva il pranzo alle persone sole o disagiate della zona. Le ho chiesto immediatamente se potevo andare con lei, e mi ha risposto di sì.
Il passaggio successivo è stato quello di chiedere a mio figlio, che avrebbe dovuto trascorrere la giornata con me, i nonni e gli zii, se era disposto a venire con me.
“Lo sai di avere una mamma un po’ strana, vero?” – ho esordito con lui, e poi gli ho detto che ci tenevo davvero tanto ad uscire dalla tradizione del pranzo in cui ci si riempie di cibo e ci si annoia, per fare qualcosa che fosse davvero a beneficio di qualcun altro. E, poi, gli ho anche detto che avrei preferito passare il Natale con lui e che, se fosse stato contrario, avremmo passato il “solito” Natale. Con mia grande gioia mi ha risposto che mi avrebbe seguito volentieri, come mi aspettavo, poiché le sue esperienze di volontariato e di animatore in oratorio lo hanno reso molto più aperto di quanto non sia io.
E’ stato strano non avere assolutamente nulla da preparare per il pranzo, non avere regali da fare (altra scelta a cui ho tenuto fede), e quindi vivere tutto il mese di dicembre senza alcuna frenesia e nessun obbligo. Devo dire che è, per me, un sollievo ed una liberazione enorme. Dopo anni di lavoro per preparare pranzi per una decina di persone, in cui ogni cosa era fatta a mano da me, dopo decenni a montare e smontare albero e presepe, ora, che non ci sono più bambini in casa, mi prendo il lusso di qualche piccolo e semplice decoro, senza più fatiche inutili.
Abbiamo servito il pranzo di Natale nei piatti di plastica rossi, dall’antipasto, al primo, il secondo, la frutta ed il dolce, e poi abbiamo preparato un’infinità di pacchetti e sacchetti con gli avanzi, da donare a chi ne aveva bisogno.
Sedersi a tavola per consumare la propria pietanza accanto a persone di ogni nazione e ceto sociale, per me, è il più bel simbolo e la possibilità migliore di celebrare il Natale.
Lo svolgimento “tradizionale” del Natale in famiglia non è il solo modo per sentire profondamente la nascita di Gesù, anzi, forse, è il meno adatto, per come vedo ora le cose.
Attraversiamo molte fasi nella vita e, dopo aver fatto il possibile per “dimostrare” e cercare di essere una buona mamma quando avevo un figlio piccolo, ora che è grande so che la mia interiorità ha preso il sopravvento, e che la connessione con “Qualcosa di più grande” la vivo, principalmente, al mio interno.
Mi piace la frase di una grande persona, che dice che “La felicità richiede anche un servizio per l’Umanità.”
Credo davvero che sia importante, per ognuno di noi, prima o poi, mettersi al servizio dell’Umanità, in modo o nell’altro, ognuno secondo i propri Talenti ed i propri Doni. Fare qualcosa di completamente disinteressato, senza ricevere alcun beneficio in cambio, è ciò che intendo. Anche chi non ha il coraggio o la voglia di staccarsi dalla tradizione familiare, può prendere, in questo momento dell’anno, la decisione di fare qualcosa “al servizio” dell’Umanità, da realizzare nei prossimi tempi. Tenendo fede alle proprie promesse si scopre quanta ricchezza interiore si può raggiungere quando si seguono le esigenze della propria Anima, che nessun oggetto materiale potrà mai donare.
Quest’anno rientro in pieno nel Natale tradizionale; i miei anziani genitori desiderano ancora potersi sedere alla mia tavola e gustare i miei piatti preparati con Amore; questa è rimasta una delle poche gioie della loro Vita.
C’è un tempo per ogni cosa, e passare qualche Natale “diverso” dona la possibilità di sganciarsi dagli obblighi e dai doveri, per tornare a passare il “solito” Natale per scelta.
Valeria Pisano

La redazione