Street Food: i migliori 12 cibi di strada italiani da provare

Visitare una città, secondo me, vuol dire assaporarne la cultura e gli usi anche attraverso i suoi cibi tipici. Le città italiane, in quanto a cibo, sono l’eccellenza del mondo, lasciatemelo dire. Street Food compreso.
Ma quali sono i migliori street food d’Italia, i più conosciuti e amati da turisti e non?
Eccone 12 che chiunque dovrebbe provare almeno una volta della vita, ma diffidate delle imitazioni: il cibo di strada va conosciuto ed apprezzato nella sua terra natìa.
- Non posso che iniziare da uno, dei tanti, cibi di strada della mia città, Palermo: u pani ca meusa (panino con la milza). Si tratta di un panino di forma rotonda condito con le interiora del vitello (milza e polmone) che vengono fritte nello strutto di maiale. Puoi gustarlo schiettu, ovvero servito semplicemente con una spruzzata di limone, oppure maritatu, ovvero con l’aggiunta di scaglie di caciocavallo o ricotta.
- Trippa napoletana. Piatto molto particolare, adatto a palati non schizzinosi. Già basti ricordare come nasce: la trippa e le frattaglie di bue erano gli scarti che le famiglie nobiliari concedevano come avanzi per i ceti più poveri. La tradizione culinaria napoletana ha affidato ai carnacuttari il compito di farne negli anni un piatto che si è sempre più raffinato e specializzato. Vengono serviti nel cuppetiello, un cono di carta con trippa, sale e limone da mangiare per strada. Da non confondere con il coppo di frittula palermitana, anche se molto simili.
- Focaccia di Recco. L’unica focaccia italiana che non prevede l’uso del lievito, viene condita con formaggio proveniente da latte ligure tracciato. L’impasto della focaccia prevede il solo utilizzo di farina di grano tenero, olio extravergine di oliva italiano, acqua e sale, e poi dritto dentro al forno a legna.
- Supplì romani. Da non confondere con le mitiche arancine siciliane che sono ripiene di ragù di carne e dalle dimensioni più grandi, queste palline di riso ripiene di mozzarella, impanate e poi fritte, rimangono un piatto apprezzato da chiunque. (Leggi la ricetta di Federica se vuoi provare a realizzare a casa degli originali suppli)
- Pizza fritta napoletana. Reperibile nei tipici chioschetti, è un disco di pasta che viene fritta nell’olio, mentre intanto si gonfia. Viene di solito servita condita con ciccioli, ricotta di bufala, provola e pepe.
- Buffet Triestino. Chiamarla semplicemente “carne bollita” appare un’offesa, perché i tagli che vanno a comporre il piatto sono tanto inusuali quanto gustosi (carrè, lingua, wurstel, pancetta, porzina, spalla o coppa di maiale, cotechino, zampone, cragno, salsiccia del Carso). La carne viene servita insieme a crauti e patate, oppure dentro ai panini conditi di senape o rafano grattugiato.
- Piadina di Rimini. La vera piadina è lei, preparata con ingredienti locali e di altissimi livelli. Da provare i cassoni (o crescioni), piadine ripiene piegate e chiuse prima della cottura. Si può trovare “rossa”, con mozzarella e pomodoro, o “verde”, con spinaci o bietole.
- Gofri, Piemonte. Queste cialde, cotte su piastre di ghisa, nascevano nelle valli piemontesi per sostituire il pane, giacché il forno del paese era lontano. Venivano scaldate sulla stufa a legna, e mangiate semplici oppure condite con salumi e formaggi oppure con dolci marmellate, cioccolato o miele.
- Il Lampredotto di Firenze è un panino condito da uno dei 4 stomaci del bovino, l’abomaso, che viene lavato e sgrassato per bene e poi sobollito per almeno un’ora. Al momento della consumazione viene scaldato nei pentoloni, e va mangiato semplice con sale e pepe, oppure con la salsa verde o con l’olio piccante.
- Cichetti di Venezia. Si tratta di veri e propri spuntini da gustare nelle osterie veneziane, i bacari: baccalà mantecato, sarde in saor, mozzarella in carrozza, fegato alla veneziana, seppie, calamari e polpette fritte, da assaporare lentamente sorseggiando una bibita.
- Pane con panelle e crocchè, Palermo. Ritorno ancora nella mia terra, perché non posso non parlarvi di loro. Le panelle sono rettangoli di impasto composto da farina di ceci, che viene prima cotto in padella come fosse una polenta molto densa, e poi fritto dopo aver dato la forma tipica; le crocchè sono polpette ovali di patate, anch’esse fritte, chiamate da noi del luogo i cazzilli. Da gustare dentro morbidi panini, allungati o rotondi.
- Focaccia Ligure. Sul posto si chiama semplicemente La Fugassa, ed è disponibile per le strade di Genova ad ogni ora. Ottima da gustare al naturale, visto il trattamento che subisce prima dell’ultima lievitazione (viene spennellata con una salamoia di sale e olio EVO che gli conferisce il gusto tipico), oppure per i più impavidi con cipolla e strutto.
Schizzinosi di tutto il mondo, lasciatevi trasportare dai cibi tipici dei luoghi: non ve ne pentirete!
Loredana Amodeo

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