Baby George e la scuola Montessori: il Royal Baby frequenta una Casa dei Bambini

Da quando ho scoperto Maria Montessori e il suo metodo, circa quattro anni fa, ed ho iniziato a studiarlo e metterlo in pratica, è capitato sovente di dovermi quasi ‘giustificare’ con persone più o meno vicine per l’entusiasmo che continua a trasmettermi:
passo infatti per l’invasata di turno che vuol fare l’alternativa a tutti costi, oppure, quando mi va bene, per un’ottusa che crede di avere la verità in tasca e non aspetta altro che sciorinare le sue conoscenze al primo che passa dall’alto della sua sapienza (come se un semplice diploma ONM bastasse a fare di me una vera maestra Montessori… magari!), incapace di ascoltare le ragioni di chi tifa per la statale dietro l’angolo. Anche no…
Non m’interessa fare l’alternativa, che se questo fosse il mio obiettivo, potrei semplicemente cambiare look e con uno sforzo decisamente minore otterrei risultati migliori. Non mi interessa nemmeno cercare di convincere il mondo della genialità di Maria Montessori perché il metodo parla da sé, basta aver voglia di leggere. Se quindi ne parlo un po’ troppo è perché non riesco a frenare l’entusiasmo e mi viene spontaneo sviscerare questa passione con chi mi sta attorno. Se per questo sembro saccente, mi dispiace ma sono stata travisata.
Detto questo, non posso fare a meno di rattristarmi quando le persone di cui sopra innalzano un muro (di difesa?) nei miei confronti su questi temi e mi rendo conto che io non sono assolutamente nessuno ai loro occhi, per parlare di argomenti così delicati.
Per questo motivo, quando sento notizie come quella del principino George che frequenterà una Casa dei Bambini (così sono chiamate le scuole materne a metodo Montessori), mi si risolleva un po’ il morale e, sì (sono umana) mi prendo una piccola rivincita personale, della serie: saranno mica così stupidi i personaggi più potenti del Regno Unito a scegliere proprio una scuola Montessori, fra le tante blasonate e costosissime opzioni disponibili, per il loro prezioso erede?
Eppure il piccolo George frequenterà la Westacre Montessori School in Norfolk, una scuola che esiste da 23 anni e che è aperta a tutti, tanto che circa l’80% dei suoi studenti ha diritto a sconti sulla retta per questioni di reddito familiare. Retta che comunque non è altissima, almeno per gli standard dei reali: £ 5.50/ora. Insomma, i duchi ci tengono non solo a dare un’istruzione libertaria di qualità per il principino, ma vogliono anche che possa crescere e socializzare con i suoi coetanei al di là di ogni pregiudizio di casta.
Prima di lui, gli stessi William e Harry frequentarono una scuola Montessori per volere di Diana che conosceva il metodo avendo lavorato da giovane come assistente in una scuola Montessori.
Non si tratta comunque degli unici personaggi ‘illustri’ ad aver frequentato scuole a metodo: ce n’è davvero tanti infatti, fra cui i fondatori di Google, Amazon e Wikipedia, ma anche musicisti, attori, architetti celebri e, addirittura, premi Nobel. Come quello per la Letteratura, Gabriel Garcia Marquez, che affermava ad esempio come a suo parere non ci potesse essere metodo migliore per sensibilizzare i bambini alle bellezze del mondo e risvegliare la loro curiosità verso i segreti della vita. Mica poco.
Il metodo si basa sul principio della “libertà entro certi limiti”: i bambini sono raggruppati in classi di età mista e sono liberi di scegliere con quali materiali lavorare. L’adulto di riferimento sa che deve e può fidarsi del bambino e agisce solo marginalmente per reindirizzare comportamenti irrispettosi o inconcludenti o per modificare l’assetto della classe per adattarla alle esigenze dei bambini che in questo ambiente crescono con maggiore indipendenza e fiducia nelle proprie capacità , senza tralasciare l’aspetto sociale. Studi dimostrano infatti una maggiore creatività negli adolescenti cresciuti con il Montessori oltre alla capacità di pensare ‘fuori dagli schemi’, di essere più sensibili ai temi di giustizia sociale e di saper affrontare i problemi e i cambiamenti in maniera positiva.
Per concludere, alcuni pensano che questi esempi di personaggi famosi che scelgono il metodo, non facciano che rafforzarne l’immagine di educazione elitaria. Io credo che questa sia semplicemente l’ennesima scusa di chi si rifiuta di conoscerlo più a fondo e prenderlo in considerazione come sistema educativo per i propri figli. E’ vero che nella maggioranza dei casi il Montessori viene applicato da scuole private che spesso non sono alla portata di tutte le tasche, ma è anche vero che per ovviare a questo problema ci sono numerosi esempi (in continuo aumento) di gruppi di genitori che si mobilitano per richiedere l’avvio di sezioni a metodo nelle scuole pubbliche, riuscendoci anche.
Insomma, sarei felice se l’esempio dei Duchi di Cambridge servisse a incuriosire chi è ancora un po’ titubante, oltre a rassicurare coloro che a volte si sentono un po’ pecore nere come me.
Linda
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La Chizzo
Sono io, Barbara: una vita a colori e un mix and match di contrasti ai quali non saprei rinunciare!
Un lavoro nel mondo frenetico del digital, fatto di strette di mano e vita mondana, e una casa immersa nella natura e nella pace da condividere con le persone che amo, la mia famiglia. Qui troverai maggiori informazioni su di me