Metodo Montessori e regole | Quando i “si” sono più importanti dei “no”
Diventare genitore mi ha cambiato, ve lo dico spesso. Ha cambiato il mio modo di vedere il mondo, ha cambiato le mie priorità, ha cambiato la mia voglia di esserci e di restare accanto alle persone che amo.
Più Andrea cresce e più mi rendo conto di quanto la sua presenza, il suo carattere e il suo amore incidano attivamente sul mio cambiamento.
Una trasformazione non più dovuta solo a una mia evoluzione, ma anche a sue caratteristiche personali che ogni giorno di più mi affascinano e mi conquistano.
Cosa significa per me essere genitore?
Io mi sento di avere ricevuto il privilegio di poter osservare una persona, nascere, formarsi e crescere. Ogni giorno m’impegno per ricordarmi che Andrea è un essere umano di piccole dimensioni, con i miei stessi diritti e doveri, con una vita da scegliersi, da vivere, un futuro che lo attende.
Non ho mai pensato a lui come qualcosa di mio, sebbene lo senta come parte del mio cuore ogni istante dalla sua nascita. Mi sento come un allenatore, che lo osserva e lo prepara alla vita, cercando di seguire le sue inclinazioni, cercando di assecondare le sue decisioni per renderlo sempre più autonomo.
Andrea è un osservatore del mondo. Guarda gli altri bambini, guarda il mondo ed io guardo lui.
Come entrare in questa dinamica? Come gestire una vita che si deve formare e che deve acquisire tutta una serie di competenze e di conoscenze? Alessandro ed io abbiamo scelto il Metodo Montessori, di cui vi ho già parlato ampiamente in questi articoli.
Il Metodo Montessori è in linea con l’approccio educativo che volevamo per Andrea, con il vissuto mio e di Ale (che inevitabilmente incide sull’essere genitori) e spesso mi ritrovo a pensare come i miei nonni, con i quali trascorrevo i pomeriggi da piccola dopo la scuola, applicassero il Metodo senza saperlo.
Crescere un bambino secondo il Metodo Montessori significa permettergli liberà di scelta, libertà d’azione. Le azioni del bambino saranno determinate da ciò che egli ha imparato e perciò dall’esperienza e dall’esempio che gli sono stati dati. Il comportamento deve essere pensato come il risultato di un processo spontaneo che non si può inculcare.
E così Andrea, attraverso l’esperienza ha imparato a pulire e riordinare la sua cameretta tutte le settimane, a passare l’aspirapolvere e a tagliare il prato.
E’ pericoloso? Sotto l’occhio vigile dei genitori non lo è. Ci fa perdere del tempo? Sì, rallenta i lavori di casa e del giardino, ma vederlo acquisire ogni giorno un pezzetto di quell’autonomia che lo renderà un uomo libero mi conquista il cuore.
Come gestiamo le sue richieste?
Andrea qualche mese fa ha chiesto di poter gestire la colazione e le cene di Billy. Gli abbiamo ricordato che acquisire un compito è una responsabilità che non può essere restituita e non può essere dimenticata, soprattutto quando in gioco c’è la vita di un altro essere vivente. Soprattutto quando quella vita è quella di un cane (sempre super affamato) che lo ama incondizionatamente.
Andrea ha voluto prendersi carico di questa responsabilità e ogni giorno si ricorda che i pasti di Billy dipendono da lui, senza necessità che glielo ricordi o che mi sostituisca a lui. Se un giorno non può, Andrea sa che deve delegare e chiede a me ad Ale se possiamo sostituirlo.
La cooperazione è per me un valore fondamentale, senza la quale anche il nucleo famigliare ha poche chance di vivere un ménage sereno e felice.
Come gestiamo i “no”
Ci sono delle richieste che nego ad Andrea, come l’utilizzo dei device elettronici, che siano tablet o cellulare perché credo sia ancora troppo piccolo.
Gli spiego che quando sarà più grande, quando andrà alle elementari lo iscriverò a un corso di coding per bambini, per imparare a utilizzare quei device in maniera intelligente.
Ho imparato che con i bambini vince la sincerità, vince parlare e trattarli da adulti. Andrea non fa un cenno di disappunto quando gli spiego che ogni cosa ha un momento giusto.
Quando i “no” diventano dei “sì”
Andrea cresce, è inevitabile che le regole cambino e si adattino alle sue richieste ed esigenze.
Per molto tempo gli abbiamo negato la tv, io stessa da teledipendente che ero, ho smesso di guardarla per essere un esempio. Dallo scorso anno abbiamo introdotto nella sua routine quotidiana anche la TV, pochi cartoni animati la sera prima di cena, che può gestire in autonomia.
E’ un atto di fiducia nei suoi confronti, Andrea sa di avere 3 cartoni animati al giorno. Gli ripeto spesso che il suo lavoro è quello di giocare, leggere e annoiarsi e lui ride affascinato dal fatto che anche lui abbia un ruolo lavorativo all’interno del nostro microcosmo famigliare.
Le regole devono essere ferree?
Cerchiamo di mantenere la massima coerenza nelle regole e nell’esempio che noi come genitori dobbiamo dare. Ma le regole sono anche fatte per essere infrante, ogni tanto e con cognizione di causa.
E’ stato così per le caramelle, che ho preferito non introdurre da piccolissimo perché volevo si abituasse ai sapori del cibo e che seguisse delle regole alimentari ben precise:
- aprire i pasti con 1 porzione di verdura cruda
- accompagnare il pasto con 1 o più porzioni di verdura cotta
- fare merenda e colazione con la frutta.
- bere almeno 4 estratti a settimana.
Poi Andrea ha iniziato a conoscere le caramelle tramite il cuginetto Cesare e alcuni amichetti. All’inizio poneva domande su cosa fossero e le abbiamo gestite, poi ha iniziato a chiederle ed io ho tamponato più che ho potuto.
Quest’anno con grande determinazione ha invece argomentato il motivo per cui fosse giusto che anche lui potesse mangiare caramelle come tutti i bambini. A quel punto mi sono domandata se fosse più importante mantenere la mia regola o lavorare sulla sua autostima, acconsentendo all’accesso alle caramelle, attraverso una vittoria più che meritata.
In tutta la fase della trattativa sull’ “Affare caramelle” come lo abbiamo denominato io e Ale, siamo stati affascinati e ci siamo sentiti orgogliosi di come questo bambino, mantenendo il rispetto della regola, tenesse comunque il punto e ogni giorno, come la famosa goccia nell’oceano, ci portasse a ragionare sulla correttezza della regola.
Questa sua conquista è avvenuta con una maturità tale che ha accresciuto anche me come persona e genitore, portandomi a fare un passo indietro per il bene di mio figlio.
Questo è solo uno dei tanti insegnamenti di Andrea in questi 5 anni, e sono certa sia solo l’inizio.
Barbara

La Chizzo
Sono io, Barbara: una vita a colori e un mix and match di contrasti ai quali non saprei rinunciare!
Un lavoro nel mondo frenetico del digital, fatto di strette di mano e vita mondana, e una casa immersa nella natura e nella pace da condividere con le persone che amo, la mia famiglia. Qui troverai maggiori informazioni su di me