Un piccolo gesto che fa la differenza | Un racconto che parte da una diagnosi di Diabete

In questi anni ho molto riflettuto sulla tipologia di persone che mi circondano. C’è chi subisce la vita, chi si fa cullare dalle proprie disgrazie e c’è chi, davanti alle sfide della vita, acquista la consapevolezza che il contributo di ognuno di noi è importante.
E’ sull’onda di questa consapevolezza che nasce il racconto di due genitori, due persone normali, non appartenenti al mondo medico o della ricerca, che hanno deciso di fare la differenza.
La loro storia nasce nel 2017, insieme alla diagnosi del diabete di tipo 1 alla propria figlia tredicenne. Questi due genitori avrebbero potuto disperarsi, pensare solo alla propria figlia, “o”.
Loro hanno scelto “o”, hanno scelto di aiutare la ricerca attraverso attività di divulgazione e sensibilizzazione sulla natura di una malattia, il diabete, ancora poco diffusa.
Il padre di questa bambina si chiama Fulvio Tirrico, fondatore del brand “I Love Riccio“, che ho avuto modo di conoscere durante la serata Charity DRI Dinner del 15 ottobre scorso. L’ho sentito parlare preoccupato per tutti quei genitori che, ignari, sottovalutano i sintomi di una malattia difficile da diagnosticare, forse una delle più subdole che esiste.
Io, nella mia famiglia, ho una eredità importante di questa malattia alla quale sono esposta e che conosco molto, forse troppo, bene. Io che lotto da 4 anni contro gli sbalzi glicemici, io che ho perso persone care per questa malattia.
Un gesto altruista quello di Fulvio che si unisce a tutte le iniziative che, insieme alla moglie, stanno portando avanti da un anno a questa parte. Una partecipazione attiva in un mondo distante dal suo, forse agli antipodi, quello medico e della ricerca, al quale si affaccia con riverenza ma consapevole anche il suo contributo è importante.
Lo sento parlare davanti alla platea e guardo la moglie, una donna innamorata e fiera di un uomo capace di guardare oltre se stesso e la propria famiglia, capace di preoccuparsi degli altri e di convertire questo suo altruismo in azioni concrete.
Anche Ermal Meta ha sposato la ricerca a favore del diabete
La parola diabete non è una parola che incute terrore, questo insieme di lettere non forma una parola dal suono terribile come possono essere per esempio le parole “tumore” o “melanoma”, ma il diabete miete molte più vittime. Ho deciso di sposare questa causa per la mancanza di paura nella parola diabete, una parola che suona docile, ma che ti uccide.
Ancora una volta ho la sensazione che l’amore abbia vinto, che la gentilezza abbia una chance in questo mondo e che tutti noi dobbiamo pensare che il nostro contributo, come quello di Fulvio, possa fare davvero la differenza.
Se non conoscete i sintomi del diabete e volete maggiori approfondimenti potete trovare tutte le info sulla pagina dedicata, dove troverete anche informazioni su come sostenere la ricerca e potrete approfondire ciò che è stato fatto fino ad oggi.
Barbara

La Chizzo
Sono io, Barbara: una vita a colori e un mix and match di contrasti ai quali non saprei rinunciare!
Un lavoro nel mondo frenetico del digital, fatto di strette di mano e vita mondana, e una casa immersa nella natura e nella pace da condividere con le persone che amo, la mia famiglia. Qui troverai maggiori informazioni su di me