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Personal branding | Brand ed Epic Fail del 2017

Iniziamo con il dire che per “Epic Fail” si intende una attività di comunicazione sui Social Media a dire poco rovinosa.

Se infatti fail in inglese significa caduta, rovina, la parola epic ,che significa appunto epica, sorprendente, super, in questo caso non assume un valore positivo ma va a rafforzare il senso negativo di fail, pertanto Epic Fail = Fallimento Totale.

Se quindi l’anno scorso ci siamo lasciati con la disastrosa campagna di Melegatti che augurava l’amore ma solo fra due sessi opposti, per cui gli utenti della rete, e non solo gli omosessuali, gli si è rivoltata contro,  quest’anno le persone hanno avuto molto da discutere con l’ultima campagna Pandora, quella che invita a fare regali di Natale comprando i suoi prodotti.Melegatti

 

L’Azienda infatti oltre a realizzare dei poster di dubbio gusto dal punto di vista grafico, ha utilizzato degli stereotipi del mondo femminile ormai obsoleti e ritenuti anche sessisti. Inutile dire che i Social sono stati un eco molto forte contro questa affissione al punto che Pandora si è vista doversi scusare pubblicamente sul suo canale Facebook.

Pandora

Le scuse poi non sono state accettate da tutti, anzi ha rischiato di aumentare l’eco negativo perché Pandora ha affermato che sono state le persone a non avere capito il messaggio e non che è stata lei a avere sbagliato comunicazione.

Da qui sono seguite le repliche sempre da parte di Pandora con un altro post.

Anche le grandi aziende, i colossi, quelle che non sbagliano mai (generalmente) nel 2017 sono incappate in incidenti di comunicazione sui loro Social. Vediamo infatti che Dove, azienda del gruppo Unilever, sempre attenta alle donne, che ha fatto della comunicazione verso la donna “normale” quella non troppo simil modella, non troppo magra, non troppo “figa” la sua arma vincente, ha invece toppato quando ha pubblicato un video dove si vede prima una donna nera, mentre poi la donna che appare quando si toglie la maglietta è di carnagione bianca.Dove

Il risultato: dove è stata taggata come azienda razzista  e dopo pochi giorni ha eliminato il video dai suoi canali.

Se torniamo in Italia ha fatto molto discutere anche la campagna di Carpisa: a fronte di un acquisto prometteva la possibile assunzione come stagista per un mese presso l’Azienda. Oltre all’acquisto la comunicazione diceva che era sufficiente inviare un progetto di comunicazione completo sui Social! Tutti si sono scagliati contro questa modalità, se vogliamo dirlo con un eufemismo “eccentrica”, di fare una promozione e chiaramente il dito è stato puntato contro la considerazione bassissima di come viene considerato il lavoro, soprattutto quello di coloro che si occupano di Digital e Social. Sembra che solo una persona abbia risposto realmente all’annuncio e che comunque i responsabili dell’Azienda non vedevano l’ora che tutta quella storia finisse.

Carpisa

Chiudiamo questa rassegna con il Buondì Motta, Azienda che ha fatto un cambiamento nella sua comunicazione “classica”, per cui al posto della classica famiglia felice ha realizzato uno spot dove una bambina saccente chiedeva la merenda e la mamma veniva uccisa da un asteroide.BuondiMotta

Le mamme pancine, un gruppo molto ben coeso e attivo sui Social si sono ribellate e da lì è partita la polemica. Che dire? C’è chi era con loro e si è quindi scagliata contro l’Azienda e chi invece ha trovato divertente e ironico lo spot. Si sa comunque che la saga è continuata prima con il papà e poi con il postino e forse il tutto ci può fare pensare che in questo caso si possa parlare non di epic fail ma di epic win.

https://www.youtube.com/watch?v=srVYVTDjWdo

Una considerazione per concludere: cosa devono insegnarci questi fatti? Che sui Social, grazie alla possibilità che offre alle persone di commentare, parlare e condividere, nulla deve essere lasciato al caso e che un semplice “mi dispiace” da parte delle Aziende che hanno sbagliato non è sempre sufficiente a fare risalire l’immagine di una Marca che spesso si è conquistata il suo territorio con fatica e nel tempo, perché cadere miseramente nell’immagine verso i consumatori è velocissimo e a volte facile.

Daniela Pellegrini

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