Gaming, è sempre più boom: gli ultimi dati

Cosa si intende oggi con “gaming”? Fino a qualche anno fa il mercato dei videogiochi era riferito semplicemente alle console con i relativi titoli, ma ormai il fenomeno si è ingrandito a livelli esponenziali e coinvolge molte più aree del settore dell’intrattenimento. Ad esempio, il mobile. Per divertirsi con i giochi virtuali esistono infatti migliaia di app che possono essere scaricate direttamente sui telefonini, adoperabili a mo’ di gamepad in alcuni casi. Persino i giochi di carte italiani e americani si sono evoluti sposando la causa del digitale e le situazioni che si potevano incontrare solo dal vivo al tavolo verde possono essere riscontrate oggi anche attraverso lo schermo. Chi pensava di poter indovinare i numeri di un’estrazione rimarrà della stessa convinzione anche online, chi era abile nel conteggio delle carte al blackjack lo sarà anche a distanza, sotto questo punto di vista non ci sono differenze. Che si tratti di un gioco da tavola o di una simulazione calcistica, sempre di esperienza videoludica si tratta in questi casi.
Il mercato ha conosciuto inevitabilmente una crescita notevole. I gamer professionisti, di quelli specializzati in veri e propri titoli per console, possono avere alle spalle sponsorizzazioni di grandi aziende. Si stima che da qui al 2025 i soli sponsor contribuiranno a muovere un miliardo di dollari tra i giocatori di tutto il mondo. D’altro canto, rispetto a 3 anni fa le entrate pubblicitarie per i maghi del controller sono già aumentate del 65%. L’advertising rappresenta oltre la metà dei ricavi totali del settore. Anche le criptovalute stanno iniziando ad essere sfruttate nel mondo del gaming.
A muovere la giostra del soldo, comunque, sono in primis gli spettatori. Ben poco potrebbero fare i gamer senza un seguito solido. I più grandi tornei internazionali riescono a catturare milioni di spettatori in tutto il globo, ma nei prossimi anni il dato dovrebbe aumentare sensibilmente. Un terzo dei fan del gaming viene dalla Cina, che già da sola basterebbe ad alimentare degnamente il circuito. Nel complesso, l’indotto generale del settore potrebbe ammontare tra qualche tempo anche 2 o 3 miliardi di dollari solo in Italia.
Nemmeno lo Stivale, infatti, è rimasto insensibile all’avvento degli esports, che hanno reso il gaming ancora più competitivo. Sembra solo questione di tempo: prima o poi i videogiochi dovrebbero essere inseriti anche tra le discipline olimpiche facendo scoprire finalmente al mondo intero il loro comparto professionistico. Anche tra gli italiani si celano buoni giocatori. D’altronde, nel Belpaese più di 15 milioni di persone si svagano abitualmente grazie ai videogame, non solo in età adolescenziale.
Stando alle rilevazioni di IIDEA, la principale associazione di categoria italiana, anche il tempo speso di fronte ai videogiochi sta aumentando. In media, considerando tutti i sistemi abilitati al gaming, si trascorrono 9 ore alla settimana a giocare. I titoli che vanno per la maggiore? Al momento, gli italiani rimangono affezionati alle serie storiche e ogni anno mettono nel mirino giochi come FIFA e GTA, che si rinnovano più frequentemente rispetto ad altri. Non si può escludere che da qui a qualche anno sia proprio un gamer italiano a trionfare sui più importanti palcoscenici competitivi. Forse, allora anche la cultura del gaming sarà rivoluzionata in Italia.
La redazione

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